الخميس، 9 يوليو 2015


L’economia alla portata di tutti con il quotidiano


La sensazione di impotenza delle politiche economiche si aggiunge alle tensioni geopolitiche – crisi migratoria, ebollizioni nella caldaia medio-orientale, brividi da guerra fredda fra America e Russia – in un amaro “combinato disposto” che genera crescenti frustrazioni con lo status quo. Sorgono così movimenti politici che capitalizzano sulla disaffezione dei cittadini e cercano vie d’uscita – via l’euro, via l’Europa... – che, per quanto illusorie, attizzano il malessere generale.

In queste circostanze difficili c’è bisogno di tornare ai fondamentali: il modo naturale dell’economia è la crescita, non la stagnazione. Nella prima uscita abbiamo voluto tornare, appunto, ai fondamentali: spiegare come l’intreccio fra domanda e offerta spinge il sistema economico, come la distribuzione dei redditi fra profitti e salari possa comporsi in una soluzione equa per tutti, come l’apertura agli scambi sia una preziosa componente dell’assetto economico del Paese. Con l’augurio che il malessere presente possa presto lasciar luogo alla riscoperta di quei valori che ci permettono di ritrovare la via della crescita.

Se in un Paese scoppia uno scandalo come quello italiano delle tangenti dell’inizio degli anni 90, è facile incolpare il Governo, i politici, la classe dirigente. Ma se scoppia la crisi economica, chi incolpare? Gli stessi parlamentari, gli stessi ministri danno la colpa alla crisi come si potrebbe dar la colpa alla grandine o al terremoto. E il cittadino si sente frustrato dal non poter “guardare in faccia” il responsabile di questa sofferenza economica.
La risposta, naturalmente, sta nel fatto che l’economia obbedisce a delle leggi sue proprie, che sono diverse dalle leggi approvate dal Parlamento, e ancora diverse dai (ma certo non incompatibili coi) Dieci Comandamenti. Capire queste leggi non vuole dire certo poterle dominare.

L’economia è fatta dai comportamenti di milioni di individui, e nessuno può essere dittatore dell’economia. Le pretese delle “economie di comando” dei Paesi socialisti sono state spazzate via dalla storia. Ma se capire non basta per dominare, basta per non essere dominati. Cioè a dire, la comprensione dei meccanismi dell’economia restituisce il cittadino al ruolo di spettatore intelligente, e non di oggetto passivo. Di più, questa comprensione permette di giudicare della compatibilità fra i propri comportamenti e i risultati che si vogliono ottenere. Basta qualche esempio:
- chiedere aumenti di stipendio che l’impresa non può sopportare

oscere l’economia con il quotidiano» e «Come si legge Il Sole 24 Ore»: un accostamento che dura da decenni. Del cammino delle economie - e di quella italiana in particolare – Il Sole 24 Ore è da sempre guida e interprete. E il libro che scaturì dal crescente successo del quotidiano – appunto, «Come si legge il Sole 24 Ore» – seppe aggiungere a un folgorante successo iniziale la tenuta di un cavallo di razza: segno che rispondeva a un bisogno vero di un pubblico che è giustamente assetato di economia.

Abbiamo voluto riproporre quell’accostamento con un altro formato: una nuova collana in venti uscite settimanali in cui i grandi temi dell’economia odierna vengono esposti e smussati («L’economia alla portata di tutti» è il tema del primo fascicolo giovedì 6 ottobre), con un costante riferimento a come nel Sole 24 Ore - tanto sul quotidiano quanto sul sito e sull’insieme dei servizi digitali - questi temi sono descritti e trattati.


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